Le vittime

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Diego degli Esposti, era nato a Castel di Casio (Bologna) il 25 febbraio 1914 da Pietro e Adele Calligari; Sergente Maggiore di Guardia alla Frontiera, arrivò a Montemassi per motivi di lavoro familiare. La madre, infatti, era ostetrica e da Bologna venne a lavorare come avventizia all’ospedale di Empoli prima, e successivamente come ostetrica condotta nel Comune di Roccastrada. Qui si stabilì con il marito e qui nacquero Diego e Duilio – ad oggi entrambi seppelliti nel cimitero di Montemassi.
L’attività partigiana di Diego degli Esposti va dal 1 febbraio ’44 al 17 giugno ’44, giorno della sua morte a Ponte del Ricci. La moglie, Benucci Edda, la si trova nell’elenco dei bisognosi, per la domanda di pensione fatta al comune di Roccastrada, dopo la morte di Diego.

Lismo Piastri, era nato a Montemassi il 23 aprile 1917 da Enrico e Amina Mecacci; residente a Montemassi era sposato e lavorava come operaio edile. Aveva ventisette anni al momento della strage. Non si sono trovate notizie particolari sulla sua vita, ma ciò che colpisce è un aneddoto riguardante l’etimologia del suo nome. I genitori, infatti, ebbero due figli: una femmina – la maggiore – la chiamarono Socia, il maschio Lismo. La madre di Lismo si trova anch’essa nel registro dei bisognosi che chiedono la pensione al comune di Roccastrada.

Isio Pinna. Nato a Montemassi il 17 maggio 1924 da Giuseppe e Giselda Tempestini. Quest’ultima era originaria del posto, mentre il padre era venuto dalla Sardegna a lavorare nelle acciaierie piombinesi durante la Prima Guerra. Un ragazzo di venti anni al momento della morte, celibe, operaio, dedito allo sport. Pinna aveva vinto il campionato regionale dei medio-massimi di pugilato. Il padre, dopo la sua morte, è scritto nei registri dei bisognosi in attesa di pensione.

Francesco Bellitto. Nato a Tortorici, provincia di Messina, il 24 gennaio 1921 da Sebastiano e Maria Costanzo Bana; Tortorici è un piccolo comune sui monti Nebrodi, nel messinese, in cui è viva una tradizione socialista; socialista è la famiglia Bellitto. Il padre avvocato, la madre casalinga; sono piccoli proprietari terrieri. Francesco era ancora celibe al momento della morte il 17 giugno ’44 e svolgeva la funzione di Commissario di Pubblica Sicurezza a Roccastrada. Il fratello, Carlo Antonello, (1927-2000) era procuratore generale della Repubblica di Messina dopo essere stato sostituto procuratore a Firenze.

Il periodo di attività partigiana di Francesco Bellitto va dal 6 maggio ’44 al giugno ’44. Francesco Bellitto era fidanzato con Magda, la figlia del Dott. Bolognini di Roccastrada, la quale però, dopo la morte di Francesco, si è sposata con il fratello. Amedeo Pecci, nella sua testimonianza ne parla con toni molto lusinghieri:  “Francesco Bellitto persistendo nella sua opera patriottica si spense in olocausto alla nostra causa combattendo contro i tedeschi.” E nel descriverlo afferma: “Giovane esuberante di vita, animoso, sincero, aveva accettato l’incarico di Commissario di Pubblica Sicurezza soltanto per giovare alla causa comune. Vera tempra di siciliano, non si peritò ad esporsi”. Nei registri di morte si trova scritto: “Io Poggioli Enrico, avendo ricevuto dal tribunale di Grosseto una sentenza di morte, do atto che il giorno 17 giugno ’44 in Montemassi, causa eventi bellici, Bellitto moriva”. Il comune di Tortorici ha dedicato a Francesco Bellitto una lapide presso un ponte già distrutto durante la ritirata tedesca, alla periferia del paese in cui c’è scritto: “La giunta comunale di Tortorici/ha deliberato/ che questo ponte già distrutto dalla guerra/ ricordi il nome/del cittadino universitario/ Francesco Bellitto/ che difendendo la Patria/ contro il tedesco invasore/ il 17.giugno. 1944/ sul ponte del Ricci in Montemassi – Grosseto/ trovò eroica morte”.
Il giovane Francesco Bellitto ha ricevuto dal comune la laurea honoris causa dopo la morte.